E’ un viaggio intorno al mondo quello “organizzatoci” da Carlo Lomanto nel suo secondo lavoro discografico, a distanza di tre anni dal bel “Le cose che ho perso”. Un viaggio in cui la voce e’ lo strumento sovrano, capace di trasportare nello spazio e nel tempo solo cambiando intonazione o servendosi di vari “giocattoli” tecnologici o semplicemente facendosi affiancare da strumenti diversi. Partendo dai “Vicoli” della sua citta’ Lomanto, coadiuvato in questo progetto dal trombettista Marco Sannini, passa per il continente africano in “Fly away”, complici le percussioni di Ciccio Merolla. Rimane in ambito mediterraneo con “Forgiveness” e “Cinque cose di te” che conducono alla splendida “Settequenza”, in cui confluiscono canto gregoriano e improvvisazione jazz. Con “Quartieri Spagnoli” ripiomba nella buia realta’ napoletana, accompagnato dalla voce (e dalle parole) di Myriam Lattanzio. Ma con “Crisommola” e il rap di Ciccio Merolla rivede la luce. E poi riparte per il Medio Oriente con “Souk”, fermandosi infine negli States con “Quiet storm and angry star”, omaggio alla grande canzone americana. Fino all’improvvisazione live di “Lomantòs improvisation”. Insomma un disco che va sentito tutto d’un fiato e che esprime tutta la passione di una delle voci piu’ preziose espresse negli ultimi anni dal “continente” partenopeo.
Diego Librando